Aborto volontario: cos’è e le conseguenze psicologiche

Si parla di aborto volontario quando la donna sceglie volontariamente di interrompere la gravidanza. I motivi che stanno dietro questa scelta possono essere molteplici.

In Italia l’aborto spontaneo può essere eseguito entro i 90 giorni da quando c’è stata l’ultima mestruazione. E’ possibile poi abortire entro la 23esima settimana qualora il feto presenti anomalie gravi o qualora la presenza del feto metta a rischio la vita della madre.

Un’interruzione di gravidanza volontaria può essere eseguita sia attraverso la terapia farmacologica, che comporta un giorno di permanenza nell’ospedale, oppure la terapia chirurgica, effettuata sotto anestesia locale.

Le conseguenze psicologiche di una gravidanza volontaria sono decisamente più elevate e preoccupanti rispetto a quelle fisiche. Molte persone non riesco a cogliere questo aspetto perché pensano che, se la donna sceglie di abortire, dopo non può star male per la sua scelta.

La verità è che molte donne scelgono di abortire non per una mancata volontà di essere madri. Sono tanti i casi di donne che abortiscono quando sono rimaste incinte a causa di uno stupro per esempio, oppure se vivono in condizioni economiche non buone. La scelta è individuale e, mentre da una parte ci sono donne che la prendono con consapevolezza e decisione la scelta e dopo riescono a superare piuttosto bene il trauma, altre donne si troveranno a fare i conti di questa scelta per molti anni.

Come fare un aborto volontario

Prima di tutto devi fare il test di gravidanza per vedere se stai o no aspettando un bambino. Il ritardo delle mestruazioni infatti non è la prova certa, alcune volte si nascondono cause differenti dietro la mancata comparsa del sangue.

Se il test delle urine comprato in farmacia risulta positivo devi allora recarti in ospedale a eseguire quello del sangue. Se anche questo conferma che sei incinta, puoi allora prendere la tua scelta.

Sicuramente hai già riflettuto molto sulla cosa e hai le idee chiare. Molte donne però quando realizzano di aspettare un bambino davvero e con certezza, si fanno sopraffare da un nuovo spirito e decidono di portare avanti la gravidanza.

In ogni caso è tuo diritto scegliere se portare avanti o no la gravidanza e le strade che puoi scegliere sono due.

Da una parte c’è la pillola abortiva che induce un aborto medico. Le dosi sono due a distanza di 24-48 ore l’una dall’altra. Tra la prima e la seconda dose è possibile restare a casa. Al momento dell’aborto invece dovrai stare in ospedale fino al termine della procedura. Può essere eseguito entro 49 giorni.

C’è poi l‘aborto chirurgico, il quale invece viene eseguito attraverso un piccolo intervento in anestesia locale che permette di tornare a casa in poco tempo. Può essere eseguito entro i 90 giorni di gravidanza.

Rischi dell’aborto volontario

Prima la donna sceglie di abortire e meno rischi avrà. La complicazione più comune (1 su 10) è l’infezione all’utero. Dopo c’è l’imcompleta rimozione del tessuto gravidico (1 su 20). A seguire danni alla cervice (1 su 100),il sanguinamento eccessivo (1 su 1000), danni all’utero (1 su 200 per gli aborti chirurgici).

Dopo l’aborto medico si possono essere effetti collaterali di breve durata, come diarrea e nausea. Per una o due settimane sono frequenti i sanguinamenti vaginali e i crampi gastrici.

Conseguenze psicologiche

Molte donne prendono la scelta di abortire per motivazioni personali serie.

Le ripercussioni psicologiche si presentono spesso ed è per questo che molte donne per molto tempo dopo l’intervento scelgono di sottoporsi a delle sedute dallo psicologo, per cercare di superare il trauma con le minori ripercussioni possibili e per esternare i sentimenti che temono gli altri non possono intuire. Spesso un aborto, se vissuto all’interno della coppia, è un punto di frattura dove l’uno può arrivare a incolpare l’altro anche in futuro.

I danni psicologici di un aborto possono manifestarsi anche a distanza di anni, per esempio quando si presenta una seconda gravidanza (desiderata o meno), oppure davanti a un lutto, una separazione o un cambiamento grande.

Dopo un aborto posso avere un figlio?

Come dicevo, molte donne scelgono di abortire non perché non desiderano figli, ma perché la gravidanza è stata inaspettata e non voluta e non possono portarla avanti in quel periodo della vita.

La donna a distanza di tempo può invece desiderare un figlio ed è normale che si domani se l’aborto implica o meno il rischio di non poter portare avanti una gravidanza futura.

Di base l’aborto non ha collegamenti con i problemi di ferilità. Potrebbe però portare a successive nascite premature, neonati sottopeso o problemi alla placenta.

Il rischio di indebolire la cervice e perciò di non avere difficoltà sulle future gravidanze è basso, ma aumenta comunque nelle donne che si sono sottoposte a più aborti chirurgici.

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