Charlbi Dean, svelata dopo quattro mesi la causa di morte dell’attrice

CDopo quattro mesi dalla sua scomparsa, il medico legale ha rivelato qual è stata la causa della morte di Charlbi Dean, venuta a mancare improvvisamente a 32 anni. L’attrice era diventata famosa in tutto il mondo con l’uscita di Triangle of Sadness.

In tanti ricorderanno quanto, in piena estate, era emersa la terribile notizia della dipartita della modella e attrice sudamericana, che è stata accolta con un grande plauso da pubblico e critica per la sua interpretazione nel film che ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes. Una morte improvvisa, che ha avuto una spiegazione solo dopo quattro mesi dal tragico evento.

Charlbi Dean
fonte foto: Ansa

Quando la notizia della scomparsa prematura di Charlbi Dean aveva invaso le testate giornalistiche, i magazine ed i social in tutto il mondo, in molti si sono chiesti che cosa fosse successo all’attrice e qual è stato il motivo che ha provocato un simile evento. Il suo rappresentante si era lasciato andare solo a considerazioni generali, rivelando che la modella se s’è andata via per una malattia inaspettata e improvvisa.

Le parole dell’agente, rilasciate al noto magazine americano TMZ, trovano ad oggi, a quattro mesi di distanza da quell’evento, una continuazione ed un aggiornamento. Visto che è stata rivelata la causa della morte e in che cosa consisteva la “malattia inaspettata”. Il medico legale ha parlato di una infezione batterica che ha causato grandi problemi e che le è stata letale.

Come è morta Charlbi Dean?

L’attrice sudafricana è venuta a mancare il 29 agosto 2022 in un ospedale di New York all’età di 32 anni, a seguito di una malattia improvvisa e inaspettata. Nella giornata di giovedì 24 dicembre, un portavoce dell’Office of Chief Medical Examiner di New York ha confermato a THR che Dean è morta a causa di una sepsi batterica che le è stata letale.

Secondo quanto riferito, la reazione della modella sudafricana ai batteri è stata complicata per via dell’assenza della milza. L’organo le è stato rimosso dopo che lei e l’allora fidanzato Ashton Schnehage hanno avuto un incidente d’auto nel 2009. In questo evento, l’attrice ha subito il collasso di un polmone, ha danneggiato due vertebre e si è rotta il polso, il gomito e quattro costole.

Il medico legale ha stabilito che la sepsi batterica è stata causata dopo che è stata infettata da un batterio noto come Capnocytophaga. Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, il batterio si trova in genere nella bocca di persone, cani e gatti, ma può causare un’infezione in determinate condizioni. A questo punto, non è chiaro quale sia stato il responsabile dell’infezione di Dean.

Le persone che non hanno la milza o che hanno una malattia autoimmune sono più esposte rispetto che agli altri alla malattia e possono avere serie complicazioni, come è stato per l’interprete. Non è chiaro a questo punto come Dean sia stata esposta ai batteri. Potrebbe diventare noto solo in un secondo momento, ovvero quando i risultati dell’autopsia verranno rilasciati in futuro.

Che cos’è la sepsi batterica che ha causato la morte di Charlbi Dean?

La sepsi è una reazione del corpo a una infezione causata da microrganismi patogeni come batteri, virus e persino funghi, che comunemente conosciamo come germi. Non è una malattia in sé, ma insorge quando la risposta del corpo all’infezione danneggia i suoi stessi tessuti e organi. Se non si interviene subito ed in tempo e ci sono danni significativi a più organi che smettono di funzionare e la vita del paziente è in pericolo.

Negli ultimi anni si è osservato un aumento dell’incidenza della sepsi, attribuibile a diversi fattori come l’invecchiamento della popolazione, i trattamenti nei malati cronici che causano un indebolimento delle difese, una maggiore aggressività nei trattamenti chirurgici o l’uso di tecniche più invasive. Forse, questo aumento del numero di casi di sepsi può anche essere dovuto al fatto che questa malattia è sempre più riconosciuta e quindi diagnosticata.

Sepsi batterica: fattori di rischio

Anche se chiunque può contrarre un’infezione e quasi tutte le infezioni possono portare alla sepsi. Ci sono alcune fasce della popolazione che sono a più alto rischio per questa condizione. Ad esempio, coloro che soffrono di malattie croniche come cirrosi o diabete, malattie polmonari, cancro o problemi renali.

Allo stesso modo, il rischio di contrarre la sepsi è maggiore nelle donne in gravidanza, nelle persone di età superiore ai 65 anni, nei neonati e nei bambini fino a un anno di età. Ma anche nei pazienti il ​​cui sistema immunitario è indebolito a causa di malattie da AIDS o per l’uso di farmaci che diminuiscono anche le difese.

Anche coloro che portano dispositivi nel loro corpo come protesi articolari o cardiache. Poi ancora cateteri nel sistema urinario, tubi di drenaggio o cannule respiratorie hanno maggiori probabilità di sviluppare la sepsi. Il rischio è maggiore all’aumentare del tempo in cui il dispositivo rimane installato. Allo stesso modo, l’iniezione di farmaci senza l’utilizzo di siringhe sterilizzate costituisce un fattore di rischio.

Sepsi batterica: i sintomi

I sintomi che il paziente in genere presenta variano a seconda di dove si trova il focus dell’infezione che causa la sepsi. Uno dei primi segni che appare è una alterazione dello stato mentale del paziente. In genere si manifesta con un calo della pressione arteriosa che porta ad uno stato di shock. Gli organi falliscono e smettono di funzionare normalmente e la circolazione comincia ad essere carente.

Ma non solo una pressione bassa, gli altri sintomi più frequenti sono brividi che fanno tremare, poi anche deliri o confusioni improvvisi. C’è chi ha la febbre o ipotermia, in quest’ultimo caso la temperatura corporea molto bassa. Poi chi vertigini o tremori, ma anche l’aumento della frequenza cardiaca. Altre persone vengono colpite da eruzioni cutanee che portano cambiamenti nella consistenza o nei colori della pelle.

Le notizia scritte all’interno dell’articolo sono state riportate con un obiettivo informativo e riprese da fonti ufficiali. Non devono essere prese in esame in caso di trattamenti o diagnosi. In entrambi i casi è opportuno rivolgersi al proprio medico curante per avere un quadro chiaro.

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