Diabete, si può controllare con il digiuno intermittente? Arrivano conferme

Il diabete è una malattia che altera il metabolismo del glucosio. Le terapie sono abbastanza indirizzate. Ma un recente studio ha aperto un possibile nuovo scenario che riguarda il digiuno intermittente. È possibile controllare così la malattia?

La scienza è sempre al lavoro per dare nuove risposte e soluzioni alle varie patologie. In questo caso, un determinato studio ha legato il diabete con il digiuno intermittente. Un collegamento abbastanza particolare dato che il digiuno intermittente è un ambito molto delicato.

Diabete e digiuno intermittente
Fonte foto: Canva

Partiamo con il dire che il diabete è una malattia metabolica che si innesca quando si verifica un calo dell’insulina. Quest’ultimo è un ormone che viene generato dalle cellule beta delle isole di Langerhans del pancreas. Questa malattia, inoltre, può palesarsi anche in diverse forme.

Il piano di cura su chi è malato di diabete è abbastanza deciso. Ma, tramite lo studio pubblicato sul Journal of Clinic Endocrinology & Metabolism, si sono scoperte nuove conferme su come il digiuno intermittente possa controllare questa malattia. Tale conferma potrebbe apire scenari importanti che potrebbe dare ai pazienti tramite il controllo a tavola, la possibilità di non fare uso di farmaci.

Diabete, conferme sul digiuno intermittente: lo studio

Sono arrivate delle conferme in merito al fatto che il diabete possa essere controllato in base a cosa mangiamo a tavola. Lo studio condotto ha analizzato come i pazienti abbiano raggiunto la remissione totale da questa malattia. Il livello di emoglobina glicata è risultato essere al di sotto del 6,5% dopo un anno in cui si erano interrotta l’assunzione dei farmaci.

Lo studio si è legato a 36 persone con diabete per un periodo di 3 mesi. Si è scoperto che il circa 90%, anche chi assumeva farmaci, ha ridotto l’uso dei medicinali dopo aver messo in campo questo tipo di digiuno. Il 55% delle persone è andata in remissione. Aspetto che ha portato ad interrompere la terapia.

Dalle ricerche si è messo in luce che il digiuno intermittente può far abbassare il rischio sia del diabete che delle malattie cardiache. Dongbo Liu, della Hunan Agricultural University di Changsha, in Cina ha sottolineato che il diabete di tipo 2 non è una patologia cronica che segna una persona per tutta la sua esistenza. Il ricercatore indica nella perdita di peso e nel cambiamento delle abitudini alimentari e fisiche, un grimaldello per portare la malattia in remissione.

Proseguendo, come riportato dal sito dell’Ansa, l’esperto ha messo in luce il digiuno intermittente che darebbe il via alla remissione. Tale scoperta, sottolinea, piò essere importante per tutte le persone che soffrono di questa patologia. Nel mondo siamo oltre i 537 milioni.

Che cos’è il digiuno intermittente?

Il digiuno intermittente si base sul creare una finestra nell’arco della nostra giornata dove non ci si alimenta. Tale pratica incide sul bilancio calorico totale e sul metabolismo ormonale. L’astinenza alimentare, infatti, porta ad una quiete insulinica completa e si verifica l’incremento importante dell’ormone IGF-1 o somatomedina.

Tra gli altri aspetti, alimentarsi ad intermittenza si lega alla secrezione di GH, anche conosciuta come “ormone del benessere“. Lo schema, di solito, mette in atto 3 pasti al giorno e una seduta di allenamento. Il digiuno deve arrivare a 16 ore. Troviamo, quindi, il primo pasto appena alzati che deve essere proteico e avere una dose di carboidrati con tasso glicemico medio-basso Il secondo è la colazione, poi l’allenamento, il terzo pasto da fare subito dopo l’attività fisica e riguarda un pranzo completo. Dopo questo fino al mattino seguente c’è il digiuno.

Le informazioni apparse in questo articolo hanno finalità divulgativa e informativa. Sono dati apparsi in articoli di riviste di settore e che non hanno la pretesa di sostituire una diagnosi o un piano terapeutico. Il consiglio primario è sempre quello di rivolgersi al medico di fiducia o allo specialista.

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