Divieti e sigarette elettroniche: ecco il rischio per la salute

Le sigarette elettroniche sono un’alternativa senza dubbio molto meno dannosa alla sigaretta tradizionale. Si tratta di un dato di fatto supportato da numerosi studi ma, nonostante l’innovazione tecnologica è riuscita ad arginare in modo significativo l’uso del tabacco tra la popolazione, alcuni cercano di arrestarla e vietare così il consumo delle sigarette elettroniche.

I progressi della sigaretta elettronica

La e-cig non ha combustione, la quale ha un impatto enorme sulla salute dei polmoni, del cuore e in generale dell’organismo. Inoltre non sono presenti moltissime sostanze cancerogene così come è possibile ridurre progressivamente la presenza della nicotina a loro interno fino a eliminarla completamente.

La sigaretta elettronica ha senza dubbio rappresentato un passo importantissimo per la salute pubblica a livello mondiale. Peccato che, un po’ una parte della scienza, un po’ la politica, un po’ la cattiva informazione, rischiano di annullare i progressi tecnologici. Secondo ciò che è stato detto al Global Forum on Nicotine a Liverpool, arrivato in questo 2021 alla sua ottava edizione, hanno sottolineato come deve essere incoraggiata la riduzione del tabacco e quanto sia importante regolare invece il settore delle sigarette elettroniche.

La lotta alle sigarette elettroniche

Purtroppo tale pensiero non riesce a trovare tutti dalla sua parte. Mentre negli USA e nel Regno Unito hanno già fatto passi da gigante in questa direzione. Perché accade ciò se ci sono le evidenze scientifiche? Non è chiaro, anche se il pensiero comune a molti è che ci sono dietro interessi politici ed economici dal non incentivare la riduzione di consumo del tabacco. La stessa OMS sta cercando di “tagliare le gambe” alle sigarette elettroniche, nonostante sia stato dimostrato che il vaping sia il 95% i meno dannoso rispetto alle sigarette tradizionali. L’OMS infatti ha preso posizione cercando di vietare le e-cig o comunque di creare intorno una regolamentazione talmente stringente da dissuadere le persone.

Questo comportamento risulta una minaccia per la salute pubblica, perché sembra voler spingere sempre di più verso il tabacco tradizionale. E secondo alcuni studi entro il 2030 il tabacco arriverà a uccidere ogni anno 8 milioni di persone. Senza dubbio il tabagismo è un vizio da eliminare o comunque, dovrebbero essere attive campagne che aiutano a smettere di fumare o almeno, a preferire metodi alternativi come le sigarette elettroniche.

Gerry Stimson, direttore del forum oltre che professore dell’Imperial College di Londra, ha parlato di una stima. Secondo la discussione avvenuta durante l’incontro a Liverpool, 98 milioni di fumatori nel mondo hanno abbandonato la sigaretta passando ad altri prodotti contenenti si nicotina, però meno dannosi.

Chi le vieta e chi le incoraggia

Da una parte vediamo come la lotta del Regno Unito sia a pro di questi strumenti, in quanto rappresentano per chi non riesce a smettere di fumare, l’alternativa più valida. Anche il Giappone rema a favore e 1/3 dei fumatori oggi sono passati alle e-cig.

Ci sono poi esempi contrari, come l’India, dove l’uso delle sigarette elettroniche è stato vietato tra la popolazione nonostante il fumo ogni anno, solo in Inda, uccida 1 milione di persone. Perché vietare perciò le sigarette elettroniche, consumato solo dallo 0,02% della popolazione? Perché le sigarette rappresentano un’importante ingresso economico e lo dimostra il fatto che hanno una legislazione e una tassazione immutata da tempo.

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