Malattia di Huntington: elettrostimolatore nel cervello per la stimolazione dei sintomi

Per la prima volta è stato applicato un elettrostimolatore nel cervello di una ragazza colpita da una rara malattia, nota come Malattia di Huntington. A ospitare tale intervento è stato l’ospedale Perrino di Brindisi e la ragazza che si è sottoposta ha vent’anni.

Inizialmente proprio per questa sua rara malattia veniva seguita dal Policlinico di Bari ma, in un secondo momento, è stata affidata dal reparto di Neurologia di Brindisi. Un altro passo avanti è stato compiuto dalla medicina e dalla chirurgia.

Come si è svolto l’intervento

L’intervento è stato eseguito al Parrino grazie a un equipe di medici. Francesco Romeo e Piermassimo Proto dal reparto di Neurochirurgia e Francesca Spagnolo e Augusto Rini dal reparto Neurologia. Inoltre Massimo Calò dal reparto rianimazione e Marco Frizzi da quello di Neurofisiopatologia. Prima di eseguire l’intervento è stata fatta una mappatura del cervello per vedere dove posizionare esattamente di elettrodi. Un lavoro che ha richiesto, senza considerare tutta la fase preliminare, molte ore. L’elettrostimolatore viene poi posizionato nella regione sottocutanea toracica.

E’ la stessa metodica che viene usata dal 2017 per trattare la malattia di Parkinson. E’ un dispositivo questo che sfrutta la tecnologia Brain Sense, che registra l’attività elettrica cerebrale e la stimola. L’impuslo elettrico del neurostimolatore raggiunge gli elettrodi e offre benefici nei nuclei profondi del cervello che sono appunto la causa dei sintomi. Lo scopo quindi non è di curare ma piuttosto di migliorare la vita dei pazienti che ne sono affetti.

Informazioni sulla malattia di Huntington

Molti di voi probabilmente non conoscono la malattia di Huntington. Si tratta di una patologia molto rara e neurodegenerativa che interessa il sistema nervoso centrale. Portalla comparsa di movimenti coreici involontari, disturbi del comportamento e demenza. Di solito tale malattia inizia a manifestarsi in età adulta, cioè trai 30 e i 50 anni. Sono ancor più rari i casi in cui compare prima dei 20 e i sintomi in questi casi sono disturbi del comportamento, difficoltà ad apprendere informazioni nuove.

Ci sono altri sintomi che possono far pensare alla comparsa della malattia. Di solito si inizia a manifestare con dei movimenti involontari che si notano a riposo oppure durante i movimenti volontari. Man a mano che la malattia avanza, tale sintomo si rende sempre più evidente perché inizia a coinvolgere un po’ tutti i muscoli. Tipico segno iniziale è il torcicollo e la presenza di tic involontari.

Piuttosto presenti inoltre sintomi come una perdita importante di peso e un cambio nel ciclo dormi-veglia. Si fa concreto anche il rischio di soffocamento in alcuni in quanto la deglutizione si fa più difficile. C’è anche un declino cognitivo evidente con il passare del tempo.

Claudia Lemmi

Classe '89, una passato di arte che inizia con un pennello e prosegue con una biro in mano. Oggi sono web writer specializzata nella creazione di contenuti sul benessere, la salute e l'alimentazione.
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