Morbillo, bambini a rischio contagio: scatta l’allarme

Un nuovo rapporto pubblicata qualche giorno fa dall’OMS e dal CDC ha lanciato l’allarme in merito ai contagi di morbillo. La malattia infettiva adesso rappresenta una minaccia imminente per i bambini in tutto il mondo.

In questi ultimi due anni si è stravolto un po’ tutto. La pandemia da Covid ha creato altre esigenze e necessita, tanto da lasciare indietro pratiche fondamentali. Una di queste è stata proprio la vaccinazione contro la malattia infettiva causata dal virus del genere morbillivirus. Proprio per questa situazione, è scattato l’allarme che arriva direttamente dall’OMS. Andiamo a vedere nel dettaglio che cosa è stato detto.

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fonte foto: Canva

Un nuovo allarme è stato lanciato dall’Organizzazione mondiale della salute (OMS) e dei Centri per la salute. Controllo e prevenzione delle malattie (CDC) degli Stati Uniti. Una pubblicazione congiunta emessa pochi giorni fa, le due istituzioni fanno riferimento al fatto di come la copertura vaccinale contro il virus del morbillo sia diminuita in modo costante e vertiginoso dall’inizio della pandemia da Covid ad oggi.

L’OMS e il CDC hanno specificato che, dallo scorso anno, quindi nel 2021, quasi 40 milioni di bambini non si sono vaccinati e quindi hanno perso la loro dose vaccinale. In pratica, come si legge nel rapporto, 25 milioni di bambini hanno perso la prima dose, mentre gli altri 14,7 milioni hanno perso la seconda dose. Una situazione preoccupante che espone questi bambini ad un rischio molto alto di contagi, come viene sottolineato.

Che cos’è il morbillo?

Il morbillo è una malattia infettiva causata dal virus del genere morbillivirus  che appartiene alla famiglia dei Paramyxoviridae. Fino alla comparsa del vaccino, era considerata una malattia infantile. Attualmente in Italia, così come in molti altri paesi, la maggior parte della popolazione è vaccinata o ha avuto il morbillo durante l’infanzia, quindi è una malattia poco frequente, anche se tende a comparire in casi isolati.

Il morbillo viene trasmesso per contatto diretto con goccioline di saliva infettive trasportate dall’aria da un paziente. È un virus molto contagioso. Le persone possono essere contagiate dal virus da uno a due giorni prima della comparsa dei sintomi fino a quattro giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea. Le infezioni a scuola, a casa e in ospedale o anche in ambulatorio sono molto frequenti.

Morbillo: sintomi ed incubazione

Il periodo che la malattia impiega a manifestarsi dal momento del contagio, noto anche come periodo di incubazione, va dagli 8 ai 12 giorni, come si legge sul portale My-personaltrainer. Per quanto riguarda i sintomi, tutto ha inizio con febbre alta, malessere, forte tosse, starnuti e congiuntivite che può durare 2 o 5 giorni. In tanti avvertono anche stanchezza e occhi arrossati.

Successivamente appare un’eruzione cutanea che di solito inizia dietro le orecchie e si diffonde in tutto il corpo. Le macchie sono di colore rosso e di solito non provocano prurito. Tipicamente, e solo nel morbillo, all’interno della bocca compaiono lesioni biancastre chiamate macchie di Koplik, molto utili per la diagnosi della malattia. Queste macchie sulla bocca possono precedere la comparsa dell’eruzione cutanea.

Il morbillo può avere alcune complicazioni. Nei bambini piccoli, il morbillo è spesso complicato da otite, polmonitelaringite e diarrea. La comparsa di un’infezione cerebrale, meglio nota come encefalite, è piuttosto rara. Oggi contrarre questa malattia è molto difficile proprio grazie alla vaccinazione di massa contro il morbillo.

Qual è il trattamento per il morbillo?

Non esiste un trattamento specifico contro il virus del morbillo. Nella fase di febbre alta, devono essere somministrati antipiretici, come il paracetamolo o l’ibuprofene. Nei bambini piccoli si raccomanda una corretta idratazione, i liquidi dovrebbero essere offerti frequentemente. Si raccomanda l’isolamento a casa per un massimo di 5 giorni dopo la comparsa dell’eruzione cutanea per evitare di infettare altre persone.

È stato dimostrato che il tasso di complicanze si riduce somministrando vitamina A per 2 giorni, ma solo nei bambini con una bassa concentrazione di questa vitamina. L’American Society of Pediatrics raccomanda di somministrare vitamina A ai bambini con morbillo grave, con basse difese immunitarie o con complicanze. In caso di sovrainfezione batterica, solitamente otite o polmonite, è necessario utilizzare antibiotici.

Morbillo, l’allarme dell’OMS: troppi ‘scoperti’

Come abbiamo visto, l’OMS ha lanciato un allarme molto serio, sottolineando che nel 2021 ci sono stati circa 9 milioni di casi e 128mila morti per morbillo in tutto il mondo. Ventidue paesi hanno sperimentato epidemie ampie e dirompenti. Il calo della copertura vaccinale, l’indebolimento della sorveglianza sul morbillo e le continue interruzioni e ritardi nelle attività di immunizzazione a causa del covid, significano che il morbillo è una minaccia imminente in tutte le regioni del mondo.

La situazione è grave, hanno avvertito. Si tratta di uno dei virus umani più contagiosi, ma è quasi del tutto prevenibile attraverso la vaccinazione. È necessaria una copertura del 95% o più di 2 dosi di vaccino per costruire l’immunità di gregge per proteggere le comunità e raggiungere e sostenere l’eliminazione del morbillo. Il mondo è ben al di sotto di questo, con solo l’81% dei bambini che riceve la prima dose di vaccino e solo il 71% dei bambini che riceve la seconda dose.

Questi sono i tassi di copertura globale più bassi per la prima dose di vaccinazione contro il morbillo dal 2008, anche se la copertura varia a seconda del paese. Nel 2021, quasi 61 milioni di dosi di vaccino contro il morbillo sono state rinviate o perse a causa di ritardi legati al Covid nelle campagne di immunizzazione in 18 paesi. I ritardi aumentano il rischio di epidemie di morbillo. CDC e OMS sollecitano un’azione globale coordinata e collaborativa.

Le informazioni che sono presenti all’interno di questo articolo sono state riprese da fonti autorevoli e specializzate e non vogliono andare a prendere il posto di pareri esperti. Pertanto, in caso di sintomi, è bene rivolgersi al proprio medico curante o uno specialista per diagnosi e trattamenti.

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