Depressione, mangiare la frutta la tiene lontano? Tutti i benefici

La salute psicologica può essere migliorata anche tramite l’alimentazione. In questo caso, uno studio ha messo in luce il consumo di frutta e verdura con la depressione. La tiene lontano?

Quante volte abbiamo sentito il proverbio “Una mela al giorno toglie il medico di torno”. Poche parole che possono dire davvero tanto. Soprattutto a seguito di un alimentazione corretta che permette di non aver problemi né fisici e né mentali. In questo caso, vedremo come la frutta e il suo consumo incide sulla nostra salute mentale.

Depressione e frutta
Fonte foto: Canva

Quando si parla di alimentazione si fa sempre molta attenzione. Partiamo con il dire che quando si parla di tale argomento, così come molti alti, bisogna rivolgersi ad uno specialista. La scienza, a tal proposito fornisce sempre una gran mano. In questo caso, ci hanno pensato i ricercatori della Aston University a dar vita ad uno studio importante.

L’indagine ha portato alla luce che le persone che sono solito spesso consumare frutta hanno possibilità maggiori di raggiungere un benessere mentale. Quindi, essere meno soggetti alla depressione. Quindi, questo lavoro porta ai nostri occhi il legame tra il consumo settimanale di frutta con la salute mentale.

Depressione, mangiare frutta migliora la salute mentale: all’altra estremità ci sono gli snack

Dallo studio emerge una grande attività della frutta nei nostri confronti. Una conferma che, come ben sappiamo, mette ancora in luce questo prodotto. Continuando nello studio, si evidenzia come gli snack ‘salati’ siano fattori di maggiore ansia. Quest’ultima si scatenerebbe al maggior consumo degli snack.

L’autore principale dello studio, Nicola-Jayne Tuck, in un comunicato, ha sottolineato di come si sappia ancora poco su come la dieta possa incidere su di noi. Continua indicando come spuntini salati e poco nutrienti non possano far male solo al corpo ma anche allo stato mentale. Il ricercatore svela che molti studi hanno svelato la relazione tra frutta e verdura con la salute mentale ma pochi hanno scisso i prodotti. E ancora meno hanno fatto una valutazione su frequenza e quantità di assunzione.

La posizione delle verdure

Il team di ricerca ha eseguito 428 interviste nel Regno Unito. Con queste interviste si è cercato varie connessioni tra consumo alimentare e salute mentale. Si è tenuto conto dei fattori demografici e dello stile di vita. Dopo le dovute analisi, a saltare fuori è stato il ruolo di frutti ricchi di nutrienti e degli snack salati poveri di nutrienti. In modo diverso, loro hanno una certa incidenza sulla psiche di una persona. Mentre nessuna associazione diretta tra verdura e salute mentale.

Al di là del consumo totale di frutta, la ricerca ha visto come più un individuo mangiava frutta e più basso era il punteggio per quanto riguardava la sua depressione. Al contempo, le persone che decidevano di mangiare spuntini poso salutari, come le patatine, avevano più possibilità di avere dei vuoti di memoria quotidiani oppure una più bassa salute mentale. Inoltre, si sono segnalati anche livelli alti di ansia, stress e depressione.

Cos’è il vuoto mentale?

Il vuoto mentale quotidiano, come segnalato dagli autori dello studio, può verificarsi in qualsiasi momento. Questo riguarda, ad esempio, il dimenticare le chiavi oppure perché sei entrato in una stanza. A tal proposito, Tuck spiega come sia frutta che verdura siano antiossidanti e micronutrienti essenziali che danno supporto alla funzione cerebrale.

Insomma, come sottolinea il ricercatore, cambiare abitudini alimentari può essere positivo. Non solo per la depressione e la salute mentale ma anche per il corso. Per questo motivo, cambiando qualcosa ci può essere una sorta di svolta. Ad esempio, l’alimentazione aiuta anche chi ha le ossa deboli.

L’articolo contiene informazioni che hanno scopo solo divulgativo e informativo. Non devono essere in alcun modo prese al posto della normale consulenza medica o specialistica. Anche in caso di diagnosi e/o piano terapeutici, la linea da seguire è sempre quella tracciata dall’esperto di riferimento.

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