Epatite A: cause, sintomi e contagio

L’epatite A è un infezione del sangue provocata dal virus HAV. Viene contratta in diversi modi. Per esempio ingerendo acqua o cibo contaminato, oppure entrando in contatto con persone infette. Porta a uno stato infiammatorio del fegato e può arrivare a comprometterne le funzioni.

Il periodo di incubazione in genere è di 4 settimane ed è possibile guarire completamente, restando poi immunizzati a vita dal virus. Cioè non è possibile prenderlo una seconda volta.

Il virus HAV è piuttosto resistente e non viene ucciso facilmente nemmeno con le temperature alte oppure negli ambienti particolarmente acidi. Si tratta di una malattia che in verità non cronicizza. Il rischio maggiore nel contrarre l’epatite A viene vissuto dalle persone che hanno già altre patologie oppure le persone anziane.

Difficilmente nei bambini o nei soggetti adulti sani provoca problemi e nei casi più lievi non è necessario nessun trattamento.

Cause dell’epatite A

L’epatite A come abbiamo visto viene provocata dal virus HAV. La principale forma di diffusione è il contatto con le feci. Una volta contratto il virus questo arriva al fegato, infiammandolo. Allo stesso tempo però il virus dell’epatite A infetta anche le feci, di conseguenza questa persona potrà contagiarne altre.

Il contatto con le feci che contengono il virus porta a contrarre l’infezione. Però non è detto che serva un contatto diretto. Chi manipola il cibo per esempio, se dopo essere andato in bagno non si è lavato accuratamente le mani, rischia di contagiare a altre persone.

Anche l’acqua può essere contaminata dal virus, oppure il pesce e i frutti di mare. Basta pensare quelli che sono stati infettati entrando in contatto con acqua contaminata dello scarico fognario. Infine è possibile contrarre epatite A con il contatto sessuale.

Sintomi dell’epatite A

I sintomi dell’epatite A si manifestano una volta terminato il periodo di incubazione. Di solito dura quattro settimane. Come tutti i virus, anche durante l’incubazione la persona è contagiosa.

Il virus dell’epatite A può essere anche asintomatico, specialmente nei bambini. Nei soggetti giovani e sani i sintomi sono spesso lievi e non vi sono nella maggior parte dei casi delle complicazioni gravi.

Tra i sintomi più comuni dell’infezione da epatite A troviamo il senso di affaticamento, la perdita di appetito, nausea e vomito, disagio addominale e dolori, urine dal colore molto scuro e torbido, dolori muscolari e spesso una leggera febbre. Come accade con le infezioni che riguardano il fegato, spesso pelle e occhi si fanno gialli (ittero).

Questi sintomi durano in genere non più di due mesi, due mesi e mezzo. Sono un po’ più rari i casi in cui i sintomi si protraggono fino a sei mesi di tempo. Così come non è detto che si presentano tutti quanti i sintomi.

Trattamento epatite A

A oggi non esiste una cura specifica per il virus dell’epatite A perché nella maggior parte dei casi tende a regredire in modo spontaneo. Difficilmente come dicevamo va a provocare dei danni permanenti al fegato. Il trattamento che il medico può decidere di adottare per l’epatite A si base principalmente sulla gestione dei sintomi.

In caso di epatite A si interviene di solito stando a riposo. Non è consigliato infatti svolgere un’attività fisica intensa. Probabilmente la persona nemmeno ci riuscirebbe perché il sintomo principale dell’epatite A è proprio il senso di affaticamento che pervade la persona.

Il medico spesso consiglia di fare più pasti del solito, però con porzioni meno abbondanti. Questo perché a causa della nausea e del vomito la persona non riesce a mangiare molto. Occorre però nutrirsi perché non mangiare aumenta il senso di affaticamento e toglie energie.

La persona che soffre di epatite A non dovrebbe sollecitare troppo il fegato, perciò in questo periodo per ottenere un decorso rapido è bene non bere alcolici e assumere solo i farmaci necessari.

Come si previene l’epatite A

Esiste un vaccino per l’epatite A e questo è il miglior metodo che si ha a disposizione per prevenire il contagio. Viene somministrato in due dosi. La seconda sei mesi dopo la prima. Non è un vaccino consigliato per tutti, però lo è per esempio per quelle persone che sono più a rischio delle altre a causa dell’attività che svolgono. Il contagio infatti potrebbe essere più probabile per coloro che lavorano nel settore alimentare, oppure nel settore della coltivazione.

Per prevenire il contagio comunque la norma principale è quella di lavarsi sempre le mani dopo essere andati in bagno, ma anche prima e dopo essere entrati in contatto sia con bevande che cibi.

Claudia Lemmi

Classe '89, una passato di arte che inizia con un pennello e prosegue con una biro in mano. Oggi sono web writer specializzata nella creazione di contenuti sul benessere, la salute e l'alimentazione.
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