Disturbi dell’alimentazione, cosa sono e come risolverli

Esistono differenti tipi di disturbi alimentari. Si tratta di patologie che vedono come causa principale un cambiamento nelle abitudini alimentari e una preoccupazione per il peso e la forma del corpo.

Maggiormente colpite sono le donne anche a causa dei continui riferimenti ai canoni di bellezza che si possono vedere in televisione e nelle riviste.

Chi soffre di un disturbo alimentare in genere assume comportamenti comuni che sono una minor assunzione di cibo, la tendenza a digiunare oppure ad assumere moltissime quantità di cibo per poi vomitare, così da controllare il peso.

Ugualmente vi è una maggior tendenza a usare lassativi e anoressizzanti per mantenere il peso sotto controllo.

Adesso però, entriamo nel dettaglio e vediamo cosa sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il BED, cioè il disturbo da alimentazione incontrollata e feeding disorders, cioè disturbi della nutrizione.

1. Anoressia nervosa

Chi soffre di anoressia nervosa tende a rifiutare il cibo per la paura di ingrassare. Per questo controlla in modo ossessivo l’alimentazione per poter rimanere magra. L’autostima della persona infatti è legata alla propria forma del corpo.

Le tipologie di anoressia sono due, quella con restrizioni e quella con abbuffate per poi eliminare con vomito autoindotto o lassativi.

I primi segnali di anoressia si riconoscono tra i 15 e i 19 anni, quando la ragazza inizia ad affrontare i più importanti cambiamenti del corpo. La prima causa è l’inizio di una dieta per perdere peso e il voler raggiungere l’ideale di bellezza della società moderna. Molto spesso si vede che nella famiglia vi è una tendenza a soffrire di disturbi alimentari oppure ossessivi. Altri possibili fattori di rischio sono la bassa autostima, l’ansia e il perfezionismo.

I rischi dell’anoressia sono la stipsi, frequenti cause di ipotermia, ipotensione, dolori addominali frequenti, cute secca e poca energia corporea.

L’anoressia porta anche all’isolamento sociale, provocando o acutizzando stati come irritabilità e attacchi di rabbia frequenti, depressione e ansia.

2. Bulimia Nervosa

La bulimia nervosa è caratterizzata dalla tendenza di abbuffarsi spesso, consumando tantissimo cibo e con l’impressione di non potersi fermare. Dopo però subentrano i sensi di colpa ed ecco che la persona inizia a seguire condotte ricorrenti per prevenire l’aumento di peso. Tra queste troviamo per esempio il vomito autoindotto, l’uso di lassativi o di diuretici.

Chi soffre di bulimia nervosa si vergogna di questa abitudine e tende perciò a nasconderla. Ecco perché molte volte le persone vicine non si accorgono di niente.

Questa malattia può portare a diversi effetti collaterali, dovuti soprattutto per il continuo vomito autoindotto. Tra questi vi sono la eccessiva perdita di succo gastrico, perché può portare alla produzione di alcalosi metabolica. Oppure può portare alla perdita dello smalto dentale.

3. BED – Disturbo da alimentazione incontrollata

Il BED o Binge Eating Disorder è un disturbo alimentare dove la persona assume grandi quantità di cibo. A differenza della bulimia però, non vi sono le successive condotte di eliminazione indotte dal vomito, i lassativi etc.

Chi soffre di BED passa molto tempo preoccupandosi se gli altri lo accettano o lo approvano a causa del proprio peso. Allo stesso tempo però vi è un controsenso, cioè questa malattia è associata anche all’autonomia, cioè all’orientamento dell’indipendenza e della realizzazione. Alcune volte può manifestarsi un conflitto tra queste due personalità.

Alcune volte può essere parte di un percorso di disturbo di personalità che inizia con la bulimia, continua poi con il BED per concludersi nell’obesità vera e propria.

4. Feeding Disorders, cioè disturbi di nutrizione

All’interno di questa categoria rientrano diversi tipi di disturbi alimentari, tra cui la tendenza a mangiare in modo persistente alimenti privi di sostanze nutritive fondamentali per il corpo per almeno un mese di tempo. Oppure mangiare ugualmente male, ma senza nemmeno raggiungere l’adeguata quantità di cibo.

Vi rientrano anche quelle situazioni dove la persona per almeno un mese tende a rigurgitare tutto quanto il cibo che assume. Praticamente la persona quando rigurgita il cibo lo fa nella propria bocca, lo rimastica e a questo punto può scegliere tra due opzioni: sputarlo o re-ingerirlo un’altra volta. Il rigurgito però non deve essere associato ad altre condizioni mediche, come per esempio il reflusso gastroesofageo o la stenosi pilorica.

Come risolvere il problema dei disturbi alimentari

Chi ne soffre difficilmente lo ammette, così sono le persone intorno a doverlo fare e chiedere l’aiuto del medico. I disturbi alimentari devono essere curati attraverso un giusto percorso con lo psicologo o lo psichiatra e spesso hanno bisogno di adeguate cure mediche, cioè con l’assunzione dei farmaci specifici in base al caso, i sintomi e la gravità della situazione.

Claudia Lemmi

Classe '89, una passato di arte che inizia con un pennello e prosegue con una biro in mano. Oggi sono web writer specializzata nella creazione di contenuti sul benessere, la salute e l'alimentazione.
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